Nello splendido scenario della Riserva Naturale di Monterufoli-Caselli si trova questo interessante percorso che offre bellezze paesistiche e collegamenti alle tradizioni del territorio. La Villetta di Monterufoli è stata attiva fino alla metà del secolo scorso in relazione allo sfruttamento delle miniere di lignite di questa zona ricchissima di minerali. Tra boschi, vigne e vecchi poderi si trova sempre l’atmosfera ideale per Nello splendido scenario della Riserva Naturale di Monterufoli-Caselli si trova questo interessante percorso che offre bellezze paesistiche e collegamenti alle tradizioni del territorio. La Villetta di Monterufoli è stata attiva fino alla metà del secolo scorso in relazione allo sfruttamento delle miniere di lignite di questa zona ricchissima di minerali. Tra boschi, vigne e vecchi poderi si trova sempre l’atmosfera ideale per effettuare belle escursioni.
Guardando l’agriturismo, sulla nostra destra parte una carrabile che sale sul colle della Villetta. Seguiamo il sentiero sterrato in salita e raggiungiamo, in prossimità di un bivio, una “madonnina” votiva. Proseguiamo ancora per dieci minuti ed arriviamo alla Villetta di Monterufoli, opposta alla quale si trova una piccola chiesa. Con il nostro percorso passiamo proprio in mezzo alle due costruzioni e procediamo dritti nel bosco. Affrontiamo alcune curve accompagnati nel tragitto dalla vista sui colli attorno e sulle vigne che lambiscono il sentiero fino ad arrivare ad una deviazione che prendiamo per Podere Nuovo; non fatevi ingannare dal nome perché è diroccato. Proseguiamo sulla nuova carreggiata fino a trovare, circa dieci minuti dopo e dopo aver oltrepassato un cancellino verde, una deviazione che sulla sinistra parte molto ripida nel bosco (è comunque ben segnalata). Procediamo adesso nel bosco del Marocco e guadagniamo la sommità del colle in breve tempo. Giunti in cima alterniamo veloci tratti in discesa a risalite, camminando sul versante meridionale del colle ed ammirando il versante dal quale siamo saliti. Oltrepassiamo un cancelletto verde ed approdiamo infine su di un ampio sentiero su cui ci immettiamo, verso sinistra. Non al primo, ma al secondo bivio, in prossimità di un’ampia curva a destra, abbandoniamo lo stradellino e ci indirizziamo in discesa in prossimità di una curva con dei cartelli di regolamentazione venatoria. Pochi passi ed oltrepassiamo il terzo cancello verde dopo il quale ci congiungiamo ad un altro sentiero, andando sempre in discesa. Continuiamo puntando il fondo valle, passiamo accanto ad un casottino in cemento e passeggiamo ancora nel bosco, tenendo la sinistra al successivo bivio. A questo punto utilizziamo come momentaneo riferimento di direzione i cavi elettrici che puntiamo e oltrepassiamo, arrivando alla base di un modesto colle con sopra un pilone. Non occorre risalirne la vetta in quanto alla base del promontorio si trova un sentiero che rivolto verso sud compie una traiettoria che aggira tutta la collina ed entra nuovamente nel bosco. Alla fine della discesa ci attende un vecchio casolare, il Podere dei Sorbi. La struttura è preceduta da un ampio pianoro coltivato con degli olivi, lo attraversiamo in direzione sud fino al limitare del bosco, dove si trova un tracciato che entra nel mezzo della vegetazione e ci conduce ad un bivio da prendere in salita. Attraversiamo il torrente Rivivo, passiamo in successione di fianco ad un piccolo stagno e da una zona dedita all’apicoltura fino a percorrere un tratto parallelo al torrente Marocco. Da qui giungiamo in breve in vista dei vigneti e dell’agriturismo da cui siamo partiti, che raggiungiamo collegandoci al sentiero intrapreso alla partenza.
Continuano le sorprese di un territorio vasto e ricco di meraviglie
la Riserva di Monterufoli, le miniere e le pozze del Trossa
Impervia e selvaggia la Riserva di Monterufoli si estende sul territorio del comune di Pomarance, in un’area boschiva contraddistinta per la sua ricchezza di habitat, di flora e fauna anche rari.
Definire selvaggia un’area della Toscana può far sorridere: la nostra regione può infatti vantare una continuità di vita più che millenaria ed una densità abitativa certamente non scarsa, ma nel caso della Riserva di Monterufoli -Caselli mai aggettivo fu più idoneo a descriverne le caratteristiche.
Già solo quando ci si avvicina in auto, seguendo la strada tortuosa si capisce che si è in un luogo incantato. I boschi verdi ricoprono intere colline, in lontananza vediamo piccoli borghi che sembrano irraggiungibili, un paio di falchi si lanciano a catturare la preda. Capiamo che non basterà un’escursione per questo posto che ci ha stregati ben prima di scendere dall’automobile.
Per la nostra prima volta nella Riserva abbiamo scelto un percorso che parte nelle vicinanze dal minuscolo borgo medievale di Libbiano, arroccato sulla cima di un alta collina e che ci porterà alla scoperta delle antiche traccie minerarie, delle pozze del torrente Trossa e dei boschi.
Una volta lasciata l’auto in corrispondenza di un sentiero sulla sinistra, dopo poco si inizia a scendere seguendo l’itinerario numero 9 nel bel bosco di lecci, intervallato ogni tanto da qualche pineta. Il bosco ci appare subito bellissimo e silenzioso. La luce del sole filtra tra i rami e i fusti degli alberi illuminando le foglie secche ancora a terra dall’inverno, i germogli verdi e i fiorellini viola e bianchi che donano all’ambiente un tocco quasi magico.
Circondati solo dagli scricchiolii degli alberi, dal fruscio del vento e dal richiamo d’amore di chissà quali uccelli continuiamo a scendere lungo il sentiero disconnesso e ben presto ci troviamo in un punto in cui non possiamo procedere per una frana, cerchiamo così un passaggio alternativo infilandoci tra gli alberi e calandoci usando i rami come appigli. Dopo una parte free style molto divertente torniamo sul sentiero e arriviamo alla stretta gola del torrente Trossa.
Il greto del fiume è invaso da enormi massi di cui uno particolarmente affascinante e comodo per il nostro pranzo. A questo punto lasciamo il sentiero 9 per discendere un po’ il corso del fiume, divertendoci a trovare la strada migliore. Risalendo brevemente il Fosso di Santa Barbara affluente di sinistra del Trossa vediamo davanti a noi l’ingresso ad una miniera parzialmente allagata, in cui si può accedere con cautela per pochi metri grazie a delle pietre.
Dopo la breve esplorazione che mi ha fatto finire con un piede nell’acqua ci attardiamo a vedere i resti di un paio di costruzioni relative all’industria mineraria e continuiamo la discesa. Questa zona è la più sfruttata della Riserva di Monterufoli dal punto di vista minerario, qui venivano estratti il calcedonio, la lignite e il rame.
Ad un tratto scorgiamo due timidi caprioli che si abbeverano al fiume, appena ci sentono iniziano la loro arrampicata sul ripido e franoso versante della collina, fermandosi a guardarci più volte. Le sorprese non sono però finite, dopo qualche metro troviamo infatti un bel teschio di un giovane cinghiale
Quando troviamo sulla sinistra il sentiero numero 12 che attraverso una lunga risalita dovrà ricondurci all’auto, proseguiamo ancora per un po’ lungo il torrente e dopo pochi metri troviamo delle pozze in cui d”estate si può fare il bagno. Le pozze sono molto invitanti e dopo la scarpinata un tuffo sarebbe veramente piacevole!
La strada del ritorno è ripida e faticosa, mentre saliamo attraversiamo tratti di gariga, accompagnati dal profumo di ginepro, e tratti di bosco.
Non dimenticate di gustarvi le piegature geologiche sulla sponda sinistra del Trossa, poco dopo il Fosso di Santa Barbara. Le rocce ofiolitiche risalgono probabilmente al Giurassico Superiore.
Per arrivare direttamente alle pozze del Trossa potete anche scendere dal sentiero numero 12, che si prende sulla sinistra circa 700-800 metri prima del rudere Cerbaiola. Una volta superato Libbiano si devono percorrere in auto circa 2 km di strada sterrata che porta a Montecerboli e alla Villa delle Cento Stanze.