Il villaggio fortificato di Rocca San Silvestro, conosciuto durante tutto il medioevo con il nome di Rocca a Palmento, fu uno degli insediamenti principali della diocesi Toscana di Populonia prima e Massa Marittima poi, grazie alla sua posizione su uno sperone roccioso a dominio della pianura costiera, all’epoca palude, posto fra il Golfo di Baratti e le Colline Metallifere. Più che militare la sua importanza fu legata alla grande attività estrattiva che vi si svolgeva, infatti gran parte dell’area del borgo era destinata alla trasformazione del rame e piombo argentifero fin dai tempi degli Etruschi.
Il castello ebbe origine fra il X e XI secolo quando i Conti della Gherardesca decisero di sfruttare a fondo le risorse minerarie della zona e risalgono a questo periodo le prime tracce di fortificazioni: la residenza dei signori, i Visdomini della Rocca, era al vertice dell’abitato, quasi un acropoli difesa da una cinta muraria ancora priva di mastio, mentre il resto del borgo era a sua volta cinto da una ulteriore cortina di pietra.
Con il declino della famiglia della Gherardesca e il subentro dei Della Rocca come signori del castello, avvenuto agli inizi del XII secolo, tutta Rocca S.Silvestro ebbe una forte spinta economica ed urbanistica. La cinta muraria fu riedificata e dotata di una porta di accesso fortificata preceduta da una scalinata in pietra, la residenza comitale fu provvista di una alta torre quadrata e di due cisterne per l’acqua, la chiesa ingrandita e addirittura anche le case del borgo, quasi tutte ad un piano, furono ricostruite seguendo un primordiale piano urbanistico per la razionalizzazione degli spazi. All’interno delle mura l’insediamento fu diviso in settori, a ovest la zona residenziale ed a est quella industriale e artigianale. La nuova ferriera, la forgia e le carbonaie furono impiantate all’esterno delle mura. Nel XIII secolo si provvedette a rinforzare ulteriormente la cinta muraria e ad innalzare di un piano la maggior parte delle abitazioni.
Alla fine di questo secolo inizio l’abbandono del castello causato da sempre maggiori conflitti con la vicina potenza pisana, la scoperta di nuove miniere in Sardegna, il sempre maggiore utilizzo dell’energia idraulica nei processi metallurgici (qui impossibile da effettuare per la mancanza di acqua in superfice) e la crisi demografica europea del periodo.
La diminuzione degli abitanti portò alla trasformazione in aree agricole di gran parte delle zone minerarie e circa alla metà del 1400 Rocca San Silvestro venne definitivamente abbandonata.
Grazie al Dipartimento di Archeologia e Storia delle Belle Arti dell’Università di Siena sul sito sono stati condotti importanti scavi ed è stato realizzato un parco museo minerario e archeologico aperto ai visitatori con percorsi nelle vecchie miniere e a cielo aperto fra le strade dell’antico borgo.
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